Via dei Musei, o più semplicemente via Musei, è una delle principali vie del centro storico di Brescia, nota principalmente per la moltitudine di monumenti e istituzioni culturali che vi si affacciano, in un percorso di circa 800 metri, dalla rinascimentale piazza della Loggia al millenario monastero di Santa Giulia, tra chiese, palazzi dell'antica nobiltà cittadina e testimonianze di fitte stratificazioni storiche.
Sulla via inoltre, in prossimità di piazza del Foro, si affacciano anche i maggiori monumenti dell'antica Brixia, in quella che viene unanimemente considerata l'area archeologica urbana più vasta ed importante dell'Italia settentrionale.
Storia
L'epoca romana
Le origini della via sono da far risalire almeno all'età romana, quando Brescia, nel I secolo a.C., entra definitivamente nei domini di Roma, che ne definisce l'aspetto urbanistico facendo della strada il decumano massimo della città. Data la preminente importanza del tracciato, però, è probabile che questo fosse già presente come tratto della primitiva strada di collegamento tra Milano e Verona, attorno alla quale Brescia si era sviluppata. In quanto decumano massimo, la via attraversava il foro cittadino, passando ai piedi del Capitolium e del teatro.
Epoca medievale e moderna
Caduto il governo romano, durante il dominio dei Longobardi la via mantiene una certa importanza grazie alla fondazione del monastero di Santa Giulia da parte di re Desiderio.
A beneficio della nuova istituzione Desiderio fa prolungare fino al monastero un tratto di acquedotto facendolo derivare dalla cisterna oggi nota come Santa Rita/San Faustino in riposo. Durante il medioevo, con i successivi ampliamenti della città murata verso est, il tracciato della via viene replicato sui nuovi territori urbanizzati, seguendo la preesistente strada che, uscita dalle mura romane, proseguiva verso Milano: questo nuovo tratto assume il nome di via degli orefici fino al laghetto di piazza Rovetta per diventare contrada della pallata e poi corso della pallata, grazie alle numerosissime botteghe che vi si affacciavano o trovavano collocazione nei suoi pressi. Pur perdendo il ruolo chiaramente principale di epoca romana, la via, assieme alla sua nuova prosecuzione a est, rimane l'unica in grado di attraversare completamente la città con un percorso diretto. Il tracciato perde progressivamente la sua primitiva conformazione rettilinea e assume un aspetto un poco più sinuoso. Dopo l'atterramento delle mura a seguito dell'assedio di Arrigo VII verranno mantenute le porte di Porta Milano (Piazza Garibaldi), Torlonga (piazza Arnaldo) e Sant'Andrea, che era al posto della scalinata che oggi porta a via Brigida Avogadro.
La toponomastica del tracciato, originariamente frammentata in una serie di denominazioni, tra l'Ottocento e il Novecento viene revisionata: il tratto tra porta San Giovanni e la torre della Pallata viene intitolato corso Giuseppe Garibaldi, quello tra la Pallata a porta Bruciata diventa corso Goffredo Mameli, mentre quello da Porta Bruciata fino all'estremità est della via viene denominato via dei Musei, in onore delle numerose istituzioni culturali e dei monumenti nei suoi pressi.
Restauro tra 2022 e 2023 e pedonalizzazione
Il tracciato della via, partendo da ovest e dall'intersezione con via Gabriele Rosa e arrivando fino alla salita di via Brigida Avogadro a est, è stato completamente riqualificato tra il 2022 e l'inizio del 2023: principale oggetto dell'intervento è stata la pavimentazione della carreggiata, che inizialmente si presentava in cemento. Si è quindi proceduto inserendo un selciato lapideo, restaurando i marciapiedi ai lati e sostituendo le porzioni danneggiate, favorendo anche l'utilizzo di sanpietrini e lastre in pietra e granito. La via, inoltre, è stata completamente pedonalizzata.
Il tracciato
Analizzando il tracciato della via, limitatamente al suo ufficiale percorso contemporaneo tra porta Bruciata e l'estremità est, si incontrano alcuni dei maggiori monumenti della storia cittadina: da piazza della Loggia si costeggia prima piazza del Duomo passando ai piedi del lato nord del Broletto, passando sotto al cavalcavia della loggia fatta costruire dai Visconti e consolidato in epoca malatestiana.
Si attraversa quindi via Mazzini e si entra nel cuore della via, passando davanti alla chiesa di Santa Maria della Carità e ad alcuni importanti palazzi dell'antica nobiltà bresciana, tra i quali palazzo Maggi di Gradella, palazzo Uggeri e palazzo Martinengo Cesaresco Novarino; si raggiungono infine piazza del Foro con le rovine del Capitolium e del teatro romano e gli scavi di palazzo Martinengo Cesaresco Novarino.
Proseguendo ancora si incrocia via Giovanni Piamarta che sale verso il monastero del Santissimo Corpo di Cristo e il castello di Brescia e si raggiunge infine l'estremità est, il cui fianco nord è occupato dal monastero di Santa Giulia. L'estremità, cieca, si apre a sud verso piazza Tebaldo Brusato.
Note
Bibliografia
- Marina Braga e Roberta Simonetto, Il quartiere Carmine, contributi di Antonella Busseni, Elena Remi, Brescia, Tip. Sant'Eustacchio, 2004, SBN BVE0387824.
- Luigi Francesco Fè d'Ostiani, Storia, tradizione e arte nelle vie di Brescia, a cura di Paolo Guerrini, Brescia, Figli di Maria Immacolata, 1927, SBN VEA1145856.
- Francesco De Leonardis (a cura di), Guida di Brescia, La storia, l'arte, il volto della città, Brescia, Grafo, 2018, ISBN 9788873859918, OCLC 1124648622, SBN BVE0818515.
- Antonio Fappani (a cura di), MUSEI, via dei, in Enciclopedia bresciana, vol. 10, Brescia, La Voce del Popolo, 1993, OCLC 163182040, SBN MIL0273008.
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